Ormai da svariati anni, la Valmalenco e in generale tutta la Valtellina vede la presenza di aeromobili militari dei più svariati tipi e nazionalità, impegnati in operazioni che difficilmente possono essere derubricate come semplici esercitazioni. Sebbene alcune siano state registrate ben prima di tale data, è in particolare dal novembre 2009, quando fu stilato un accordo fra l’Aeronautica Militare Italiana e le Forze Aeree Svizzere, che è stato registrato un significativo aumento di tali attività. Tale accordo concerne una
Cross Border Area (CBA), ovvero una zona transfrontaliera di addestramento comune che
si estende per oltre 45 km di lunghezza e 70 di larghezza a sud del Cantone dei Grigioni sino alla riva settentrionale del Lago di Como, con un limite di volo inferiore pari a 20.000 piedi, ovvero all’incirca 6.600 metri. Come documentano le immagini che presentiamo (un ringraziamento a Dario Giacoletto, segnidalcielo.it per le elaborazioni grafiche), tale limite di volo in numerose occasioni non è stato rispettato, come pure il divieto di volo in regime supersonico, evidenziato da forti boati avvertiti dalla popolazione e spiegato dalle autorità come l’esplosione di mine nelle cave.
Di fatto, aerei militari di svariate nazionalità intervengono periodicamente per inseguire e cercare di intercettare, o quantomeno osservare da vicino, i numerosi oggetti volanti
non identificati che ormai da tempo vengono avvistati sopra la città di Sondrio, nelle vallate e soprattutto in prossimità del Pizzo Scalino, la caratteristica vetta a forma piramidale che sovrasta l’alta Valmalenco e fa parte delle Alpi del Bernina, sul confine italo-svizzero.
Ad ogni buon conto, da tempo ad inseguire o a monitorare gli UFO si sono aggiunti
velivoli a dir poco “esotici”, al punto che ufficialmente nemmeno esistono.